La Storia

Teresina Giroldi Forcella

La Fondazione “Giroldi Forcella – Ugoni” prende vita dal Centro di Servizi Sociosanitari “Giroldi Forcella” sorto quale Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza – IPAB – che ha avuto origine dalle volontà contenute nel testamento segreto della nobile Teresina Giroldi-Forcella, nata Reboldi, del 12 Gennaio 1891.

Ma chi era questo importante personaggio? Un alone di leggenda, quasi di mistero, ammanta ancora oggi la sua vita.

Come potrebbe essere diversamente se pensiamo alla Sua storia, che inizia nella seconda metà dell’ottocento e vede protagonista una ragazza, di umili origini, che da uno sperduto paesino della Valtrompia, arriva a Pontevico per prestare servizio come cameriera presso la dimora del Nobile Paolo Giroldi ubicata a Chiesuola, che tutti conosciamo per essere stata per molti decenni la sede della casa di riposo e più recentemente riadattata invece ad albergo-ristorante?

Come non ricordare che questa ragazza venne ingiustamente incolpata di un furto di argenteria, allontanata dal servizio e poi, scoperto il vero colpevole, riabilitata, sposata dal padrone di casa, assurta al rango di signora, felice mamma di una bellissima bimba, Paolina, ricca e rispettata?

Ma come succede anche nelle favole più belle, la vita presenta sempre un terribile conto fatto di dolore e di sofferenza.

Poco tempo dopo, ecco infatti la scomparsa del caro marito, più anziano di Lei.

Ed ecco sopraggiungere la perdita dell’adorata figlia, alla tenera età di sei anni, quasi sicuramente vittima di quella mortalità infantile che a quell’epoca falcidiava le famiglie, ricche o povere che fossero.

 

La figlia Paolina

Una famiglia distrutta, quindi, ed una vita da ricostruire, nella memoria di chi è “andato avanti”.

Pian piano si fa spazio in Lei l’idea che per onorare al meglio i propri cari scomparsi occorre aiutare il più possibile i vivi bisognosi.

Ed allora ecco farsi strada l’idea, il progetto, di creare strutture ed opportunità per i grandi bisogni di quei tempi.

Ecco il testamento olografo, consegnato nell’anno 1891 al Notaio Maffi di Cremona, vera e rara sintesi di sensibilità e di concreta progettualità.

Basta leggerlo per capire quanta lungimiranza ha ispirato la decisione di creare e di mantenere perpetuamente “un ricovero per poveri cronici d’ambo i sessi con annessa sala per bambini ed altra per adulti ammalati”.

Se si pensa che il testamento prevedeva anche una cospicua somma (lire ventimila) a favore dell’Asilo Infantile Ugoni di Pontevico ed altre provvidenze per le mamme povere, si ha l’idea della perfetta e completa visione dei bisogni che ha caratterizzato le scelte della Nobile Teresina.

Il testamento, ritoccato solo marginalmente in tempi successivi, prevedeva di dare attuazione alle varie disposizioni dopo la Sua morte ovvero, nel caso Le fosse sopravvissuto, dopo quella del secondo marito.

E così avvenne. All’età di cinquantasei anni, il giorno 29 maggio 1904, la Nobile Teresina cessò di vivere, per malattia subentrata ad un precedente incidente, a Cremona.

Il testamento venne aperto e pubblicato lo stesso giorno e le volontà vennero così palesate agli aventi causa. Ma bisognerà attendere fino al 1920 per vedere i frutti più copiosi della Sua generosità, alla morte cioè del secondo marito avvenuta in quell’anno.

Il primo marito Paolo Giroldi

Il 1920 si rivelerà storico per Chiesuola e Pontevico poichè si verificarono i seguenti eventi:

  • istituzione del “Ricovero Giroldi Forcella”, con sede nella villa padronale di Chiesuola e dotazione di un cospicuo patrimonio immobiliare;
  • istituzione dell’asilo di Chiesuola denominato “Sala Infantile Forcella”, in onore del secondo marito;
  • elargizione all’Asilo Infantile Ugoni di Pontevico della somma promessa nel testamento.

 

Un pensiero particolare va però rivolto alla Casa di Riposo (ovvero R.S.A.), già denominata “Ricovero Giroldi Forcella” e “Centro di Servizi Sociosanitari Giroldi Forcella”, oggi corpo principale della “Fondazione Giroldi Forcella – Ugoni”.

La realtà che tutti conosciamo, osservando l’ attuale dimensione, è molto diversa da quell’ ormai lontano 1920 che ha visto la sua origine per volontà della Nob. Benefattrice.

Leggendo gli atti amministrativi di quell’ epoca e degli anni successivi si può arguire con chiarezza quali e quante siano state le difficoltà da superare per rendere idonea alle nuove finalità assistenziali la bella villa padronale di Chiesuola.

Dal punto di vista puramente amministrativo invece la situazione era senz’altro migliore, visto il cospicuo patrimonio lasciato in dotazione che a quell’ epoca consentiva di accogliere gratuitamente gli anziani poveri del territorio che affollavano in prevalenza il “Ricovero”.

Parecchie risorse venivano destinate, per la verità, al mantenimento ed al miglioramento dei fondi rustici, che però rendevano piuttosto bene in forza di leggi e di contratti che allora privilegiavano sicuramente la proprietà.

L’estrazione prevalentemente contadina degli ospiti consentiva inoltre  di mantenere produttive alcune attività interne alla Casa di Riposo quali l’ orticoltura, il piccolo allevamento ed il giardinaggio, a cura dei maschi, mentre le donne collaboravano nelle attività domestiche quali guardaroba, maglia e cucito, cucina.

Osservando le purtroppo rare foto d’epoca spiccano i berretti con la scritta sulla visiera che indossavano gli uomini, sempre separati dalle donne che erano invece tutte a capo coperto con foulard scuri.

L’ unica nota di contrasto era costituita dalle bianche tonache indossate dalle Rev. Suore (Ancelle della Carità) che hanno assicurato la loro preziosa collaborazione fino al 1992.

Per tanti decenni la vita quotidiana è stata scandita dai ritmi tipici della famiglia rurale, con sveglia presto al mattino, preghiere nelle varie fasi della giornata, S.Messe, piccoli lavori e consumazione dei pasti principali.

Ben pochi erano gli svaghi, a quell’ epoca, così come le uscite dalla struttura.

Le varie Amministrazioni che si sono succedute hanno sempre cercato di mantenere un buon livello qualitativo anche attraverso interventi strutturali .

Negli anni settanta però, con l’ avvento delle Regioni, tutto ciò non bastava più. Nuove e più pesanti normative prevedevano l’ abbattimento di barriere architettoniche ed adeguamenti impiantistici difficilmente realizzabili in un edificio costruito per ben altra finalità e, per di più, posto sotto la tutela della soprintendenza ai beni architettonici.

S’ imponeva, per tali ragioni, una scelta difficile e per certi versi dolorosa e cioè quella di costruire una nuova e più moderna sede nel centro urbano di Pontevico. Scelta, si diceva, difficile in quanto si trattava di tagliare i ponti con un passato positivo e dolorosa perché significava rompere quel simpatico vincolo che ha sempre legato il “Ricovero” alla Parrocchia ed alla Comunità di Chiesuola e viceversa.

E poi tutto un incalzare di eventi. Alla fine degli anni settanta ecco le prime progettazioni di massima e l’ acquisizione di oltre trentamila metri di area in via Cavalieri di Vittorio Veneto, a Pontevico.

Seguono nel 1981 le alienazioni di parte dei fondi rustici mirate al finanziamento della nuova struttura.

E poi, nel 1982, l’ inizio dei lavori, che avranno termine due anni dopo.

La nuova struttura viene consegnata “chiavi in mano”, completamente arredata ed attrezzata di verde esterno. La stessa viene occupata in data 18 ottobre 1984 con il trasferimento dei sessantacinque ospiti presenti a Chiesuola. Nel giro di poco più di un anno gli ospiti diventeranno centoquindici e tali rimarranno per parecchi anni (attualmente i posti letto sono centoventidue, tutti accreditati e remunerati dalla Regione oltre a 9 posti di sollievo).

Anche il numero del personale è aumentato gradualmente, per ragioni di standard (allo stato attuale gli operatori in servizio a vario titolo sono circa un centinaio).

Nel 1988 vengono costruite, a fianco della struttura, due palazzine per complessivi sedici appartamenti più autorimesse e pertinenze, affittati successivamente ad anziani, inabili ovvero a famiglie di nuova formazione di Pontevico. Anche quest’ opera è stata interamente finanziata mediante vendita di altri fondi rustici.

Nei primi anni novanta assistiamo al fiorire di servizi programmati a favore di utenti esterni quali il servizio pasti domiciliare a beneficio di anziani di Pontevico e di Alfianello nonché a favore degli utenti del C.S.E. gestito dalla Cooperativa Sociale “Il Gabbiano” di Pontevico. L’ apertura del centro fisiokinesiterapico agli esterni è stata un’ altra tappa importante nel processo di avvicinamento ai bisogni del territorio. Non meno importante l’ apertura dei Centri Diurni avvenuta a metà degli anni novanta. Nello stesso periodo assistiamo alla costruzione di una nuova ala, finanziata prevalentemente con la vendita delle restanti proprietà immobiliari, progettata per ampliare ed adeguare l’ intera struttura ai nuovi e più restrittivi parametri imposti nel frattempo dalla Regione.

L’ ampliamento ha consentito, tra l’ altro, di ricavare nuovi spazi di cui parte destinati alla sede attuale della Croce Bianca, il cui operato meritorio ed insostituibile è sotto  gli occhi di tutti.Ma l’ ampliamento è servito soprattutto a dare una sede adeguata al nucleo di venti posti destinato all’ accoglienza di anziani affetti dal morbo di Alzheimer e malattie similari.

Pochissime sono a tutt’ oggi le strutture autorizzate e finanziate dalla Regione per contrastare gli effetti devastanti di questa ancora misteriosa patologia, per la quale sono state messe in campo tutte le risorse umane e professionali possibili anche nella nostra Casa di Riposo.

Le occasioni, quando si presentano, vanno colte subito, pena il rischio di perderle. Per tale ragione sono stati chiesti ed ottenuti nel 2001 fondi regionali a restituzione ventennale, senza interessi, per essere impiegati nel finanziamento dell’ ultima opera di rilievo in ordine di tempo e cioè la costruzione di dieci mini alloggi protetti per anziani più locali e spazi accessori.

L’ opera è stata realizzata in tempi record e consegnata nel 2002.

Ma arriviamo ai nostri giorni ed in particolare alla parte finale dell’anno 2003 ove si compie un altro passo fondamentale nell’evoluzione della Casa di Riposo.

La legge regionale n° 1/2003 impone a tutte le II.PP.A.B. di trasformarsi in soggetti con caratteristiche diverse, potendo però scegliere tra più opzioni.

Il Consiglio di Amministrazione unitamente all’Amministrazione Comunale di Pontevico scelse la fusione con l’altra IPAB “Scuola Materna Ugoni” e la trasformazione in soggetto di diritto privato senza scopo di lucro denominata Fondazione. Nasce così l’attuale “Fondazione Giroldi Forcella – Ugoni”.

Dal 1° gennaio 2004, come da DGR n° 15310 del 28/11/2003, pubblicata sul BURL n° 51 serie ordinaria del 15/12/2003. Autorizzazione definitiva al funzionamento, come da delibera ASL  di Brescia.

Dal 10 luglio 2013 la Fondazione ha ceduto il ramo d’azienda dei Servizi Scolastici (nido, scuola dell’Infanzia, Servizi ristorazione) alla Società Servizi Scolastici “Filippo Ugoni” Impresa Sociale srl Socio Unico.

Dal 23 settembre 2013 la Fondazione ha acquisito la qualifica di ONLUS assumendo la denominazione “Fondazione Giroldi Forcella Ugoni Onlus”.